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Per Aspera Ad Veritatem n.10
In questo numero


Il primo numero del 1998 della Rivista, con qualche novità in veste grafica, si apre con un intervento di Laura Maria PENNACCHI sul tema dei riflessi sulla sicurezza interna della riforma del Welfare. Si intende così proseguire con una linea editoriale mirata a dare voce diretta, sulla rivista del SISDe, a qualificati interlocutori istituzionali su temi centrali e strategici della politica della sicurezza, in un momento storico in cui ampi processi riformatori investono la società italiana, talvolta sovrapponendosi, e la missione della comunità di intelligence - anch'essa interessata ai contenuti di una ipotizzata riforma - si fa, se possibile, ancora più sensibile e delicata.
Peculiarità di una funzione istituzionale - la tutela della sicurezza nazionale - che ha formato oggetto, ancorché nel contesto di un ricorso per conflitto di attribuzione promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri, delle riflessioni della Corte Costituzionale. Con un'attesa e importante sentenza - emessa il 9 aprile u.s. e pubblicata nella parte III - ed espressamente richiamando la sua precedente giurisprudenza, la Consulta ha di fatto corroborato di contenuto sostanziale una funzione che, seppure concettualmente immanente, è solo trasversalmente presente nel nostro ordinamento giuridico. Ciò opportunamente definendo, nell'esame del problema dell'effettività della tutela del segreto, i rapporti tra poteri dello Stato in relazione all'essenzialità degli interessi che questi sono chiamati a tutelare attraverso le loro attribuzioni.
L'ordinamento italiano sta conoscendo, mentre prende corpo una piena attuazione della legge sulla privacy, una significativa espansione del fenomeno, importato dall'esperienza anglosassone, delle Autorità indipendenti. Questione che apre non poche problematiche, anche in relazione alla trasformazione delle funzioni dei tradizionali organi di controllo, di cui si occupa Luigi IMPECIATI nel suo contributo. Temi che incontrano la sensibilità, soprattutto per ciò che concerne gli aspetti della riservatezza, dei Servizi di Informazione e che la Rivista, in previsione di ospitare nel prossimo numero un intervento dell'Autorità Garante per il trattamento dei dati personali, intende offrire a prime ponderate riflessioni. In analogo contesto è da registrare il primo dibattito parlamentare sulle relazioni presentate dal Comitato Parlamentare per i Servizi di Informazione e Sicurezza e per il Segreto di Stato, pubblicato nella parte II, che costituisce una novità di assoluto rilievo ed importanza in materia di controllo politico e rapporti istituzionali.
Il lavoro dell'intelligence si adegua a nuove minacce e a nuovi scenari, ma tale processo di evoluzione e modernizzazione - pregevolmente esaminato da Francesco SIDOTI nel suo scritto - è pur sempre un lavoro di uomini e di donne che, in una professione certamente sui generis, condividono rischi e condizioni soggettive non tanto diversi, anche alle soglie del terzo millennio, dalle spie della letteratura di un tempo. Argomento importante che la Rivista consegna alle riflessioni di Carlo SERRA.
Si è inteso anche proseguire nell'utilizzare l'opportunità di aprire una finestra sul contesto internazionale, in un momento in cui l'accelerazione dell'integrazione europea e la globalizzazione dell'economia pongono di fronte a realtà completamente nuove che travalicano l'ambito strettamente nazionale. Su quest'ultimo aspetto, di cui si occupa Carlo CALLIERI, e sulla più ampia necessità di una politica di intelligence a livello europeo, oggetto dello scritto di Alessandro POLITI, pare utile un approfondimento, mentre costante prosegue l'attenzione della Rivista non solo sull'organizzazione delle diverse comunità di intelligence (Belgio, in questo numero), ovvero sui temi internazionali comuni per la sicurezza (simposio di Maastricht sui metodi investigativi speciali, in parte II) ma anche sugli atti normativi e sulla giurisprudenza dei diversi Paesi.
Nella stessa direzione, la rubrica delle recensioni ospita anche questa volta alcuni testi non editi in Italia e contributi editoriali su temi emergenti della minaccia. Tra gli altri, l'importante volume di Michel LACROIX sull'ideologia della new age: uno dei primi tentativi, che ha avuto vasta eco e risonanza, di fornire una chiave di lettura politica di alcuni risvolti del fenomeno, finora prevalentemente considerato dalla letteratura nei suoi aspetti di condizionamento psichico di soggetti deboli ovvero di rilevanza criminale di alcuni comportamenti, quali illeciti profitti, violenze o abusi. Non meno interessante il lavoro di Paolo RUMIZ, La secessione leggera, che coglie elementi invero inquietanti del ruolo dei mass-media nell'evoluzione delle dinamiche sociali e politiche.
Quest'anno ricorre il centenario della pubblicazione sul giornale francese L'Aurore del celebre "J'accuse" di Emile ZOLA. è sembrato utile riproporre quello "storico" testo, relativo all'affaire Dreyfus, per gli aspetti importanti della vita dello Stato francese che, alla fine del secolo scorso, furono toccati da quella vicenda, dai cui insegnamenti mossero i prodromi di significativi cambiamenti anche culturali. Uno sguardo retrospettivo significativo per i valori che propone in un momento in cui l'intelligence si ridefinisce, si apre a un dibattito aperto e trasparente su ruoli e regole nuove.
Temi diversi rispetto ai quali la Rivista aspira ad essere un punto di riferimento e una sede qualificata di dibattito.



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